CONTRASTO DI CARRETTIERI
A Giovanni Pascoli
Due carrettieri a notte alta, vegliando
su i barrocci, si mandano i lor canti,
fra 'l tinnir dei sonagli, mareggianti
su le ghiaie le ruote a quando a quando.
1
Cala la luna e tinge tutto in giallo,
pallide gli astri gettan lor fiammelle;
in una casa fatta di cristallo
raggia un topazio al lume de le stelle.
2
Cala la luna, e l'amor mio s'addorme:
io solo veglio e vo perdendo i passi;
bacio le porte de la casa e i sassi
ove celate stan le belle forme.
1
Un piè di rose gialle sí fiorito
che rende odore a torno a le contrade,
forse mi sogna in quel lucente sito,
e il ciel vi piove tutte le rugiade.
2
Io perdo i passi e me ne vo bel bello,
ché suo padre m'ha detto ch'io mi guardi:
s'io passo, al suo verone alzo gli sguardi,
e la mano mi corre su 'l coltello.
1
Io voglio trapiantarlo quel bel fiore,
farlo fiorire dentro a la mia stanza;
dove abita mia madre, a cui nel cuore
mette i suoi verdi rami la speranza.
2
Il coltello è lucente e grida —Scanna!—
Dolce ride quel viso e intíma morte.
Passo e ripasso avanti a quelle porte,
e un altro forse mi beffeggia e inganna.
1
Ma che? Discender veggo giú dal cielo
una nube di gigli luminosa:
ella avvolge una rosa in bianco velo,
e il cuor mi dice —Guarda la tua sposa—.
2
Meglio la vita in carcere stentare,
che ruggir sempre a la pioggia e al sereno.
Un nastro rosso lista un bianco seno....
a fiotti a fiotti il sangue ha da spicciare.
1
Apri le braccia, o sposa; a te vengo io,
che come luna sei pallida e bionda:
sopra il tuo cuore palpita il cor mio,
ne gli occhi tuoi l'anima mia s'affonda.
2
Il sangue spiccia e fa la mia vendetta.
Quante volte ridendo mi hai schernito?
se tu mi avessi preso per marito,
or non andre' in prigione, o maledetta.
Severino Ferrari